Carcano Mod 91
Il fucile Carcano Mod. 91, meglio conosciuto come Mannlicher-Carcano o anche Carcano-Parravicino, è un fucile bolt-action adottato dal Regio Esercito nel 1891, sostituendo il vecchio Vetterli-Vitali, con il calibro di 6,5 x 52 mm. Il fucile fu sviluppato da Salvatore Carcano delle fabbrica d’armi di Torino con la collaborazione del generale Parravicino dell’arsenale di Terni. Il Mod. 91 venne prodotto sia nella versione lunga che carabina e servì sia nella Prima che nella seconda guerra mondiale, oltre che in vari conflitti coloniali.
Storia
A seguito della scoperta da parte di Paul Marie Eugenè Vieille nel 1884 della polvere infume, attraverso la gelatinizzazione della nitroglicerina con una miscela di etere ed alcool, si rese disponibile la possibilità di progettare fucili di calibro minore a quelli fino ad allora adottati. Il Regio Esercito aveva in dotazione i Vetterli-Vitali calibro
Le opzioni erano tra un sistema ad otturatore girevole-scorrevole stile Mauser oppure uno scorrevole stile Mannlicher. Inoltre la stessa Mauser adottò nel 1888 un calibro da 8 mm, che sembrò all'inizio una scelta ragionevole, ma, a seguito di alcuni esperimenti, si decise di adottare un calibro ancora inferiore, da 6,5 mm, che avrebbe permesso, tra l'altro, alle truppe di trasportare con facilità un maggior quantitativo di munizioni. Inizialmente si adottò per le munizioni un propellente alla balistite, ma poiché diede problemi di eccessiva erosione e di stabilità a temperature estreme, si passò alla solenite come propellente standard, un composto molto simile a quello adottato nel 1901 in Gran Bretagna, la cordite.
Questa scelta indusse
Inoltre si notò che nella canna, sottoposta ai forti attriti di proiettili col nuovo propellente, si tendeva ad usurare la rigatura ed, inoltre, i proiettili perdevano a volte la camiciatura. Si decise, quindi, di adottare, per la prima volta al mondo, una rigatura progressiva.
Fucile Mod. 91 e varianti
Particolare dell'azione del fucile Mod. 91
La gara, indetta tra le fabbriche d'armi nazionali, vide vincitore il modello presentato da Salvatore Carcano, molto simile a quello adottato dalla Mauser ma semplificato, mentre per il sistema di caricamento la spuntò quello della Mannlicher (da cui il nome Carcano-Mannlicher).
Il 29 Marzo 1892 il Regno d'Italia adottava ufficialmente il Fucile Modello 91 come arma di fanteria in sostituzione del Vetterli-Vitali.
L'arma era dotata di una mira fissa a
L'arma era troppo lunga per l'uso nella cavalleria e per i bersaglieri, tanto che veniva ancora utilizzato il Vetterli nei modelli specifici. Nel 1893 venne dunque progettato un nuovo modelllo decisamente più corto e leggero (
Per i genieri e gli artiglieri venne adottato un ulteriore modello, chiamato Moschetto Mod. 91 per truppe speciali, anche chiamato Moschetto Mod.91 TS. Nonostante fosse simile in lunghezza e peso a quello per cavalleria, non era dotato di baionetta incorporata e il sistema di mira era più simile a quella del fucile Mod. 91.
Dopo la Grande Guerra : Moschetto Mod. 91/24 e 91/28
Dopo la Grande Guerra, rimanevano in arsenale un gran numero di Mod.
Nel 1928 riprese la produzione di un moschetto per truppe speciali, chiamato Moschetto Mod. 91/28. L'arma era praticamente identica al 91/24, a parte il dispositivo di mira. Venne inoltre realizzato uno speciale tromboncino per il lancio di granate: una canna supplementare liscia veniva agganciata sul lato destro del moschetto ed utilizzava lo stesso otturatore (opportunamente smontato e passato sul tromboncino). Tale tromboncino aveva un sistema di alzo dedicato e poteva lanciare granate fino alla distanza massima di
Fucile Mod. 91/38, varianti e Mod. 91/41
Nella prima guerra mondiale, le munizioni 6,5x52 mm si erano dimostrate fin troppo penetranti e non riuscivano a procurare nel nemico ferite eccessivamente invalidanti. Inoltre, gli arsenali erano ancora pieni di vecchi Fucili Mod. 91 con la canna usurata. Nel 1938 si arrivò all'adozione di nuove munizioni 7,35x51 mm a nitrocellulosa pura, che assolvevano al compito, e fu inoltre progettato un fucile che utilizzasse il nuovo calibro e potesse recuperare anche le scorte esistenti. Questo nuovo progetto prese il nome di Fucile Mod. 91/38, un'arma sensibilmente più corta dell'originale Mod. 91 (
Nel 1940 l'Italia entra in guerra e per problemi di tempistica, di logistica e di reperibilità delle nuove munizioni da
In alcuni testi i fucili e moschetti ricamerati
Nel 1941 viene sviluppata una successiva versione del Carcano, chiamata Fucile Mod. 91/41, con calibro
L'omicidio Kennedy
Uno degli episodi più importanti riguardante quest'arma è l’assassinio di J.F. Kennedy, avvenuto il 22 novembre 1963 a Dallas nel Texas: la versione ufficiale recita, infatti, che Lee Harvey Oswald abbia ucciso il presidente degli Stati Uniti con un Mod. 91/38 dotato di ottica civile 4x. Questa curiosità è stata citata nel film Full Metal Jacket di Stanley Kubrick durante un discorso del Sergente Istruttore Hartman ai cadetti in cui elogiava l'abilità di Lee Harvey Oswald nell'utilizzo di un'arma tanto antiquata a confronto coi moderni M16 da poco adottati dalle forze armate statunitensi.
Il fucile Carcano Mod. 91, meglio conosciuto come Mannlicher-Carcano o anche Carcano-Parravicino, è un fucile bolt-action adottato dal Regio Esercito nel 1891, sostituendo il vecchio Vetterli-Vitali, con il calibro di 6,5 x 52 mm. Il fucile fu sviluppato da Salvatore Carcano delle fabbrica d’armi di Torino con la collaborazione del generale Parravicino dell’arsenale di Terni. Il Mod. 91 venne prodotto sia nella versione lunga che carabina e servì sia nella Prima che nella seconda guerra mondiale, oltre che in vari conflitti coloniali.
Storia
A seguito della scoperta da parte di Paul Marie Eugenè Vieille nel 1884 della polvere infume, attraverso la gelatinizzazione della nitroglicerina con una miscela di etere ed alcool, si rese disponibile la possibilità di progettare fucili di calibro minore a quelli fino ad allora adottati. Il Regio Esercito aveva in dotazione i Vetterli-Vitali calibro
Le opzioni erano tra un sistema ad otturatore girevole-scorrevole stile Mauser oppure uno scorrevole stile Mannlicher. Inoltre la stessa Mauser adottò nel 1888 un calibro da 8 mm, che sembrò all'inizio una scelta ragionevole, ma, a seguito di alcuni esperimenti, si decise di adottare un calibro ancora inferiore, da 6,5 mm, che avrebbe permesso, tra l'altro, alle truppe di trasportare con facilità un maggior quantitativo di munizioni. Inizialmente si adottò per le munizioni un propellente alla balistite, ma poiché diede problemi di eccessiva erosione e di stabilità a temperature estreme, si passò alla solenite come propellente standard, un composto molto simile a quello adottato nel 1901 in Gran Bretagna, la cordite.
Questa scelta indusse
Inoltre si notò che nella canna, sottoposta ai forti attriti di proiettili col nuovo propellente, si tendeva ad usurare la rigatura ed, inoltre, i proiettili perdevano a volte la camiciatura. Si decise, quindi, di adottare, per la prima volta al mondo, una rigatura progressiva.
Fucile Mod. 91 e varianti
Particolare dell'azione del fucile Mod. 91
La gara, indetta tra le fabbriche d'armi nazionali, vide vincitore il modello presentato da Salvatore Carcano, molto simile a quello adottato dalla Mauser ma semplificato, mentre per il sistema di caricamento la spuntò quello della Mannlicher (da cui il nome Carcano-Mannlicher).
Il 29 Marzo 1892 il Regno d'Italia adottava ufficialmente il Fucile Modello 91 come arma di fanteria in sostituzione del Vetterli-Vitali.
L'arma era dotata di una mira fissa a
L'arma era troppo lunga per l'uso nella cavalleria e per i bersaglieri, tanto che veniva ancora utilizzato il Vetterli nei modelli specifici. Nel 1893 venne dunque progettato un nuovo modelllo decisamente più corto e leggero (
Per i genieri e gli artiglieri venne adottato un ulteriore modello, chiamato Moschetto Mod. 91 per truppe speciali, anche chiamato Moschetto Mod.91 TS. Nonostante fosse simile in lunghezza e peso a quello per cavalleria, non era dotato di baionetta incorporata e il sistema di mira era più simile a quella del fucile Mod. 91.
Dopo la Grande Guerra : Moschetto Mod. 91/24 e 91/28
Dopo la Grande Guerra, rimanevano in arsenale un gran numero di Mod.
Nel 1928 riprese la produzione di un moschetto per truppe speciali, chiamato Moschetto Mod. 91/28. L'arma era praticamente identica al 91/24, a parte il dispositivo di mira. Venne inoltre realizzato uno speciale tromboncino per il lancio di granate: una canna supplementare liscia veniva agganciata sul lato destro del moschetto ed utilizzava lo stesso otturatore (opportunamente smontato e passato sul tromboncino). Tale tromboncino aveva un sistema di alzo dedicato e poteva lanciare granate fino alla distanza massima di
Fucile Mod. 91/38, varianti e Mod. 91/41
Nella prima guerra mondiale, le munizioni 6,5x52 mm si erano dimostrate fin troppo penetranti e non riuscivano a procurare nel nemico ferite eccessivamente invalidanti. Inoltre, gli arsenali erano ancora pieni di vecchi Fucili Mod. 91 con la canna usurata. Nel 1938 si arrivò all'adozione di nuove munizioni 7,35x51 mm a nitrocellulosa pura, che assolvevano al compito, e fu inoltre progettato un fucile che utilizzasse il nuovo calibro e potesse recuperare anche le scorte esistenti. Questo nuovo progetto prese il nome di Fucile Mod. 91/38, un'arma sensibilmente più corta dell'originale Mod. 91 (
Nel 1940 l'Italia entra in guerra e per problemi di tempistica, di logistica e di reperibilità delle nuove munizioni da
In alcuni testi i fucili e moschetti ricamerati
Nel 1941 viene sviluppata una successiva versione del Carcano, chiamata Fucile Mod. 91/41, con calibro
L'omicidio Kennedy
Uno degli episodi più importanti riguardante quest'arma è l’assassinio di J.F. Kennedy, avvenuto il 22 novembre 1963 a Dallas nel Texas: la versione ufficiale recita, infatti, che Lee Harvey Oswald abbia ucciso il presidente degli Stati Uniti con un Mod. 91/38 dotato di ottica civile 4x. Questa curiosità è stata citata nel film Full Metal Jacket di Stanley Kubrick durante un discorso del Sergente Istruttore Hartman ai cadetti in cui elogiava l'abilità di Lee Harvey Oswald nell'utilizzo di un'arma tanto antiquata a confronto coi moderni M16 da poco adottati dalle forze armate statunitensi.
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